I dialoghi della Pausa Pranzo:
C: "capisci, è così, c'è la crisi, dobbiamo capire che contratto possiamo fare... "
LM: "Mah, è senz'altro così - fissandosi le unghie dei piedi nel sandalo-schiava (nomen/omen) -del resto, c'è la crisi..."
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C: "beh, allora, dove vai in vacanza?"
LM: "Non so, una mia amica dice Le Azzorre..."
C: "Mah... belle eh, forse un pò selvagge... cos'è che ci vai a fare?"
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C: "Cos'hai fatto nel fine settimana?"
LM: "Mah, ho scritto, ho dato le ripetizioni... "
C: "E il tuo fidanzatino?"
LM: "Ha scritto"
C: "E lui, in vacanza?"
LM: "Mah, ci piacerebbe fare qualcosa ma non sappiamo... non che nella Piccola Città d'estate accadano eventi destinati a sconvolgere il mondo, ma il suo contratto non prevede ferie, e non so se avrà modo di venire via... "
C: "Certo che sei circondata da gente che lavora sempre... (Accortasi della gaffe) Però, anche tu, mi sembra che lavori..."
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C: "Allora, cosa compri ai saldi?"
LM: "Mah, niente... sai, noi crediamo nella decrescita, nel non consumare più di un pianeta a testa, nel risparmio, nel comprare solo se e quando butto via qualcosa..."
C: "Però facendo così si fermano i consumi e il PIL non riparte..."
LM: "... C'è tutta una filosofia, che ha anche a che fare con lo scambio del tempo, la donazione, l'autoproduzione - non che io possa darmi alla tessitura..."
C: "I tempi sono cambiati, però non mi sembra il massimo se vuoi fare il tuo lavoro..."
LM (nell'intimità del suo retrocranio): "Infatti io voglio fare l'asceta, e non diventare mai ricca, e stare chiusa tutto il giorno sopra una colonna - che è lo stesso che stare tutto il giorno in un ufficio, ma almeno non c'è l'aria condizionata e le colleghe che litigano perchè ciascuna ha una termoregolazione differente - quantomeno la sera, quando scendo dalla mia colonna dove posso portare i libri della biblioteca della Piccola Città e fare correre gli occhi sulle linee invece che le dita sui tasti, non rischio la vita, non faccio tardi per colpa di poveri anziani suicidi cui posso continuare a pensare col rispetto dovuto a chi sceglie una tratta ferroviaria per il gesto estremo, nonostante abbia maturato diritto ad una pensione - che dev'essere il grado zero della disperazione - e quando arrivo a casa non mi addormento disfatta su qualunque superficie, ammazzando in un colpo solo la vitalità degli "enta" residui e l'esistenza di una coppia".
lunedì 6 luglio 2009
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1 commento:
Sei sull'ottima strada per riuscire nel tuo intento di purezza spirituale... completamente avulsa da quella cosa chiamata denaro, di cui puoi benissimo fare a meno, se la smetti di perdere scarpe. Ah, cosamai il periodo di tirrania continuasse, sarebbe il caso anche che ti dessi una regolata in fatto di "incidenti"... sai, la sanità privata costa!
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